domenica 14 ottobre 2012

Stairway to heaven sul Königsstuhl

Oggi il tempo non prometteva nulla di buono. Ma che volete farci, domani ricominciano le lezioni e la voglia di fare un giretto era troppa. Così mi sono avviata su per il Königsstuhl (letteralmente: "il seggio del re"), la collina sulle cui pendici è appollaiato il castello di Heidelberg. Finora ho sempre preferito il dirimpettaio Heiligenberg (letteralmente: "montagna dei santi"; per intenderci, è la collina del Philosophenweg): esposto a sud, boschi più alti e con meno boscaglia. Ma lo spirito d'avventuriera (si fa per dire) oggi ha avuto la meglio.
Per prima cosa, si sale al castello.


E qui si fa una sosta, visto che le scalette si fanno sentire! Ma anche per ammirare il castello visto da dietro. Sullo sfondo, la collina dello Heiligenberg.


Mi stupisco sempre quando passo dalle parti del castello. Poco tempo fa ho avuto l'occasione di fare una visita guidata dentro, nei pochi ambienti rimasti chiusi. La guida, un signore sulla sessantina che aveva tutta l'aria di essere nato per srotolare storie antiche a orecchie curiose, spiegava con passione le alterne vicende dell'edificio e dei principi che vi hanno abitato. Nato per essere un forte, come si intuisce dalle mura spesse nella parte bassa, a poco a poco è stato modificato con l'evolversi del gusto e della minore necessità di difesa. Da forte militare a palazzo di piacere. I bombardamenti dei francesi poi ne hanno distrutto molte parti. E le rovine, ormai abbandonate, sono state usate per anni come cava: molti Heidelberghensi hanno portato via le belle pietre rosse per rifarsi la facciata di casa. Poi, diceva la guida quel giorno, ci si è messi a ristrutturarlo, nel XIX° secolo circa. E da allora il castello ha quest'aspetto: una mescolanza di stili, il rifinito accanto al de-cadente. Il tutto avvolto da piante bellissime e da un'atmosfera senza tempo (non fosse per le giacche a vento colorate dei turisti).



Lasciato il castello, mi incammino su per la collina. Cerco il percorso che assomigli di più a quello che ho segnato sulla cartina, cosa non banale, visto che qui è tutto un'incrociarsi di sentieri e sentierini. Tutti ben tenuti, tra l'altro. E tutti cosparsi di ricci e di castagne e qua e là compaiono i funghi.


Ma la mia cartina mente, o i sentieri si sono alleati contro di me. Riposta l'idea di andar per dolci e tranquilli sentieri, mi incammino su per la Himmelsleiter (letteralmente "scala a pioli del cielo" - stairway to heaven!), la via che incrocia tutti i sentieri e che nel modo più diretto mi porterà in cima. Sempre se non finisco prima il fiato!



Dopo gli innumerevoli scalini, tutti ovviamente in perfetta sequenza irregolare, preferibilmente alti e stretti, si arriva in cima! (Non ci speravo più). Ma, come dicevo all'inizio, la giornata non prometteva bene, e già a metà scala il cielo ha deciso di lasciarsi andare con un po' d'acqua. Merita però. Ci tornerò in un giorno di sole.



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